Siamo cristiani nella storia. Mi piace riprendere così le fila del nuovo anno pastorale che si apre dinanzi a noi, portando con sé il sogno di Dio di «che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna» (Gv 6,40). Siamo nella storia che porta con sé il nostro desiderio di iniziare un nuovo cammino pastorale, che significa non solo riprendere delle attività parrocchiali assopite, ma ridare slancio alle nostre relazioni e al nostro sentirci “figli di Dio”. Siamo nella storia ferita, dove il turbine dell’imprevedibile pandemia ci ha scossi e ancora ci scuote e mina il campo delle certezze. Siamo nella storia in cui i nostri giovani, le famiglie, gli anziani e ciascuno di noi ha dovuto rifare i conti con le proprie storie e vive oggi in maniera ancora confusa e disorientata tra le paure e le perdite di ogni genere; pertanto adesso ha bisogno di essere illuminata dalla Parola «perché chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete» (Gv 6,35), dice il Signore. Siamo nella storia di una comunità che è parte di una Città che si prepara a ripartire con una sua guida civile e che attende risposte ma che ha anche la volontà di rimettersi in gioco e lavorare qualificare il presente e rendere possibile il futuro. Siamo nella storia di un territorio ricco di scuole e che ancora di chiede come educare i suoi figli. Siamo nella storia di una Chiesa diocesana che ha inaugurato nelle scorse settimane un itinerario Eucaristico triennale, che desidera in questo primo anno soffermarsi sul cammino, sull’essere in cammino, come i discepoli di Emmaus che nel loro percorso di vita, incontrarono il Signore e lì nacque quella fede pasquale che gli permise di vivere la propria esistenza terrena come una celebrazione e una partecipazione al Regno di Dio. Siamo cristiani nella storia, uomini e donne che hanno scelto di seguire Gesù e che in lui trovano la propria via e la propria vita, siamo anche uomini e donne che devono saper leggere con la luce della fede questo tempo, per viverlo in una storia guidata da Dio. Siamo quindi nella storia anche passata, per imparare da essa e vivere nel presente.
Carissima comunità è tempo di missione, oggi quanto e più di ieri; è tempo di fraternità, che indica nel sommo Pontefice la via maestra; è tempo di ricreare possibilità ai più giovani e non solo; è tempo di amare Dio, pane della vita.
Nella nostra comunità parrocchiale abbiamo appena celebrato la bellezza di donare ai più piccoli per la Prima volta il sacramento della Comunione; provvidenziale e contemporaneamente di testimonianza, è stato vedere il loro desiderio forte di accogliere Gesù, portarlo con sé, nella nuova vita che li attende. Ci siamo anche messi in ascolto gli uni degli altri sia nel Convegno Diocesano, che nei Consigli di Partecipazione laicale pastorale e per gli affari economici. Proseguiamo in questa linea, perché i tre anni conclusi in cui abbiamo puntato al lavoro pastorale sui giovani, sulle famiglie e sulla vita intra ecclesiale, trovino adesso continuità in un processo di identificazione e di crescita nel valori evangelici. C’è però anche bisogno di chiederci ora: “che storia viviamo e quale storia vogliamo raccontare in futuro di noi?”
Non ci sembri una domanda retorica, ma che invece:
- Ci aiuti a comprendere appieno il tempo che viviamo e a quali bisogni della nostra gente e di questa porzione di città siamo chiamati a rispondere come comunità di Fratelli;
- Proviamo a darci quindi una meta di lavoro pastorale, o più obiettivi, che si interpongano soltanto a quelli evangelici dell’unità a Cristo nella Chiesa;
- Cerchiamo gli strumenti giusti, gli attrezzi del mestiere, tra cui il Convegno, il testimone dell’anno, i vari percorsi di spiritualità o di sostegno che di solito mettiamo in atto.
Il tutto però parta da noi stessi, dal personale mettersi davanti al Signore, pane di vita, «perché colui che viene a me, non lo respingerò; io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (cf. Gv 6, 36-40). La missione di Gesù: il «pane dal cielo» è venuto per compiere la volontà del Padre: salvare tutti e far vivere a tutti la vita nuova della risurrezione. Abbiamo una opportunità in Cristo, accogliamola e saremo beati. La nota della CEI “Ripartiamo insieme”, sia per tutti da monito, insieme al cammino che come Chiesa e come zona pastorale di Ariano stiamo mettendo in atto.
Vi aspetto nelle prossime settimane per continuare ad ascoltarci, in particolare Mercoledì 23 Settembre vorrei incontrare tutti quelli che hanno svolto un servizio in parrocchia o desiderano donarsi agli altri adesso: ci vedremo in Chiesa alle ore 16.30 con gli operatori dell’ambito della carità (caritas parrocchiale, ministri straordinari dell’Eucarestia, centro di ascolto, volontari servizio d’ordine, segreteria); alle 19.00 ci incontreremo con l’ambito della catechesi e dell’annuncio (catechisti, volontari della Parola, animatori oratorio); alle 20.30 sarà la volta del settore liturgia (coro, ministranti, lettori, animatori liturgici).
Sempre Mercoledì in vista della riapertura delle scuole, celebreremo la Santa Messa per gli studenti alle ore 18.00 con la benedizione degli zaini.
Giovedì 24 Settembre alle ore 21.00 pregheremo con l’Adorazione Eucaristica per ascoltare Dio.
Nelle settimane successive proveremo ancora ad intavolare laboratori pastorali tra le varie equipe per spingerci sia nella formazione dei singoli operatori pastorali che nella creazione di percorsi “resistenti alla pandemia”, con anche una calendarizzazione annuale.
Il 13 Ottobre avremo, invece, l’assemblea diocesana indetta dal Vescovo al palazzetto dello Sport in via Cardito alle ore 19.00, che darà inizio al nuovo anno pastorale.
Buon tempo di ripartenza e buona scuola ai nostri ragazzi.