Domenica 12 giugno dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: 

«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 

Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». 

 La Trinità è la profondità del mistero di Dio, che rimane imperscrutabile anche dopo che Dio stesso ce ne ha parlato. All’ uomo è richiesto il silenzio e nello stesso tempo lo stupore e la gioia, perchè la Trinità è una realtà luminosa, da cui l’ uomo è completamente rischiarato. Dire che Dio è Trinità significa affermare che Dio è amore. Il cristiano è fatto per la comunione, è continuamente alla ricerca di rapporti comunitari. Siamo fatti a immagine di Dio Trinità e la nostra fuga dalla solitudine per ritrovarci con gli altri è segno di grandezza, non di povertà, è ricerca di Dio, non allontanamento da Dio. Un secondo tratto della Trinità, oltre a quello della comunione, è la gratuità. L’ amore gratuito, che trova la sua origine nel Padre, viene dai primi cristiani ritrovato nel Figlio, che non tiene nulla per sè e, facendosi uomo, muore per noi; e viene poi ritrovato nello spirito, il cui compito è quello di comunicare l’ amore del Padre e del Figlio e di aiutarci ad accoglierlo. 

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