3/2/2023 I Domenica di Avvento
Carissima comunità,
inizia l’Avvento, tempo di attesa del Signore, che viene a nascere per noi nel segno dell’unità! Irrompe forte, infatti, come voce di Dio per noi, il mio avvicendamento a don Nicola nella comunità sorella di S. Vincenzo Pallotti. Questa novità non può che avere un significato profondo nel tempo liturgico che inizia: Gesù viene a stare in mezzo a noi, «affinchè tutti siano uno» (Gv 17,21)! Per questo, come già detto all’inizio dell’anno pastorale «amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri» (1 Pt 2,2b).
Anche Papa Francesco parlando alle famiglie ci ricorda che il Signore ci«manda sulle strade del mondo ad annunciare che la via per generare una nuova umanità si fonda sulla fraternità, frutto della carità, non sulla prevaricazione e sull’egoismo» (Udienza 8 Settembre 2023).
Questo Avvento si fa quindi voce di Dio di fraternità.
La sua è una venuta concreta e oggi, nella carne di ognuno di noi, desidera ancora ridare speranza e fiducia all’umanità dispersa. L’angelo ai pastori dirà: «Troverete un bambino avvolto nella mangiatioia». «Siamo noi chiamati a essere quella mangiatoia, siamo noi, scrive Romano Guardini, a dover preparare il nostro altare interiore come presepe, sapendo che è una stalla che Lui ha scelto per avvenire: e così riceveremo e doneremo inostri “occhi creati a nuovo”».
Possiamo infatti, con lo sguardo di Dio, vedere la realtà che viviamo come la notivà per la nostra crescita spirituale e umana, per aprire i nostri cuori, per imparare a fidarci ancora una volta di ciò che il Signore ci dona. Proprio così, i nostri fratelli e le nostre sorelle della vicina parrocchia sono un dono speciale che ci viene fatto, “facciamoci trovare pronti ad accoglierlo” e … a lasciarci accogliere, accantonando le “paure” del sè e del come. Proprio oggi San Paolo ci richiama, «siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro» (1 Cor 1,9); è nell’intimità a Lui che può reggere infatti l’unità tra di noi.
Nella, a volte, burrascosa realtà che viviamo, fatta purtroppo anche di sofferenze e di dolore, non stanchiamoci di annunciare a tutti che Gesù viene a salvarci: basta aprire i cuori e lasciarsi amare. Abbiamo tutti il compito di questo annuncio ai lontani, nella responsabilità di viverci con generosità e dedizione, in un atteggiamento di reale e fecondo abbandono nel Signore, senza dimenticarci gli impegni dell’anno pastorale, tra cui la cura dei giovani, a cui dedicare anima e corpo, soccorrendo il povero e il debole.
San Pietro nella sua prima lettera che abbiamo cominciato a rileggere, parla a noi anche oggi, di una speranza viva (1 Pt 1,3), cioè concreta. Una speranza che infatti di poggia nel Signore, non è illusione ma certezza, direbbe San Francesco.
Andiamo, quindi, incontro al Signore che viene, lo possano trovare in noi coloro che non sono attenti alla Sua voce, possiamo ricercarlo noi nella Sua Parola e nei Sacramenti come nella comunità, noi che siamo chiamati “discepoli” di un Dio vivo, che ancora oggi si incarna, per amore, per la salvezza del mondo. Il sogno di Dio è la fraternità, scrive ancora il Papa nella Fratelli tutti, e il messaggio di Gesù è l’unico che può ancora salvare: facciamo nostro il sogno di Dio e aiutiamo i nostri fratelli ad accogliere il Signore, perchè sia Natale per tutti!
Con affetto, prego per voi e mi affido alle vostre preghiere.
Don Daniele