In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.
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Gesù sceglie di essere con i poveri:” Beati voi, poveri, perchè vostro è il regno dei cieli”, voi affamati e piangenti. Voi, persone concrete nella vostra condizione reale di povertà, voi detti beati non a motivo della vostra situazione, ma in ragione del fatto che la regalità di DIO si è fatta in Gesù l’ oggi della vostra liberazione e questo in una triplice forma: quella della “visione”, che costituisce i poveri come i guardati da
DIO; quella della “compassione”, che li costituisce come gli amati da DIO; quella della “cura”, che li costituisce come i custoditi da DIO.
DIO raccoglie e ricompone in bellezza quanti la noncuranza, l’ ignoranza e la cattiveria umana hanno scartato e violato.