Domenica 22 maggio dal Vangelo secondo Giovanni 14,23-29


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Hai udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate>>.

Avvicinatosi l’ ora del distacco, Gesù lascia ai suoi discepoli il Suo testamento spirituale, dove risaltano in particolare l’ invito a osservare la Sua parola, il dono dello Spirito e la promessa della pace.
“Se uno mi ama osserverà la mia parola”. La parola di Gesù deve essere messa in pratica: la prova che si ama veramente il Signore è l’ obbedienza, non si può parlare di vero amore se manca l’ osservanza della Parola.
“Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa”. Compito dello Spirito è insegnare e ricordare: si tratta sempre dell’ insegnamento di Gesù, ma colto e compreso nella sua pienezza.
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace”. La pace di Gesù è diversa da quella che dà il mondo perchè è dono di Dio, non conquista dell’ uomo.

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