“Siate i santi della Risurrezione”
Carissima comunità di San Pietro,
riceviamo un grande appello in questa Quaresima 2020, la Santità, perché possiamo essere capaci di elevarci da tutto ciò che disumanizza la nostra esistenza e poter vivere invece in unità con Dio. Essa è la condizione che ci permette di stare al cospetto di Dio e di fonderci in Lui, scioglierci nel Suo grembo, e restaurare il progetto originario per noi di essere immagine e somiglianza Sua, «siate Santi perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo (Lv 19,2)». È per questo che Papa Francesco nella Gaudete et Exultate (9) dice che “la santità è il volto più bello della Chiesa.”
Essa è sinonimo di felicità, di beatitudine, è quella gioia piena di cui parlavamo ad inizio anno pastorale quando, richiamando l’espressione lucana «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio» (Lc 6, 20), accoglievamo la sfida di vivere nel dono ai più poveri tra i poveri, la nostra stessa povertà. Ancor più in questo tempo santo di Quaresima «non avere paura della santità. Non ti toglierà forze, vita e gioia. Tutto il contrario, perché arriverai ad essere quello che il Padre ha pensato quando ti ha creato e sarai fedele al tuo stesso essere”» (GE, 32). «È tempo di ascesi – ci ricorda il Vescovo Melillo nel suo messaggio per la Quaresima – che è la “lotta più dura di ogni battaglia degli uomini” (A. Rimbaud), che ci aiuta a comprendere che noi siamo umani, fragili e piccoli e che in questa nostra umanità Dio, non solo sceglie di farsi uomo in mezzo a noi “donandoci” Suo Figlio Gesù Cristo (cf. Gv 1, 1-18), ma decide di attraversare la sofferenza estrema con la morte in croce, il “servile supplicium” (Tacito) degli schiavi, degli scartati. Il messaggio che giunge dal Crocifisso è che la sofferenza, il fallimento della morte è fonte di vita».
«Riscoprire la nostra chiamata a fare comunità attraverso un cammino spirituale di meditazione e di preghiera da vivere tutti insieme, che a partire dall’esperienza comunitaria raccontata negli Atti degli apostoli e attualizzata dall’esperienza di Madre Teresa di Calcutta ci condurrà a riscoprire la bellezza della carità ed essere un corpo che crede, ama e spera insieme (dalla lettera di inizio anno pastorale)». Dunque per rendere fecondo il mondo innamoriamoci di Cristo. «Incontrare l’Amore che è Dio stesso (San Paolo), e nella relazione a questo amore dare forza alle relazioni tra noi e con i poveri. La capacità di Madre Teresa di trasformare il mondo, di prendersi a cuore i più disperati ed emarginati, le veniva solo dalla certezza di incontrare Gesù in quei poveri, ed era a lui che si volgeva ogni volta perché le sue sofferenze venissero alleviate (dalla lettera di inizio anno pastorale)».
“È amando Nostro Signore e il prossimo – diceva Madre Teresa – che la nostra umiltà fiorirà, ed è nell’essere umile che il nostro amore diventerà vero, devoto e ardente.”
Gli impegni Quaresimali
Il primo passo da compiere sarà quello di dedicarci alla Preghiera attraverso le Giornate Eucaristiche; ci aiuteranno nell’incontro con Cristo e nel riscoprire la sua parola di vita che rianima le relazioni. Scrive il Papa nel Messaggio per la Quaresima che «l’esperienza della misericordia, infatti, è possibile solo in un “faccia a faccia” col Signore crocifisso e risorto «che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Un dialogo cuore a cuore, da amico ad amico». Una bella novità, inoltre, sarà che ogni Mercoledì di Quaresima dalle 9.00 alle 12.00 ci sarà l’Adorazione Eucaristica in chiesa con la possibilità delle Confessioni, perché ci dice il Papa: «guarda le braccia aperte di Cristo crocifisso, lasciati salvare sempre nuovamente. E quando ti avvicini per confessare i tuoi peccati, credi fermamente nella sua misericordia che ti libera dalla colpa. Contempla il suo sangue versato con tanto affetto e lasciati purificare da esso. Così potrai rinascere sempre di nuovo» (CV, 123). La Pasqua di Gesù non è un avvenimento del passato: per la potenza dello Spirito Santo è sempre attuale e ci permette di guardare e toccare con fede la carne di Cristo in tanti sofferenti. Tutte le vedove, in un servizio amoroso al Padre, si sentano particolarmente chiamate a Vegliare alla presenza di Gesù. La vedova è già stata sposa e nell’amore nuziale ha sperimentato l’amore di Cristo; con il dono del proprio tempo a Dio, possa continuare a vivere in unione allo Sposo celeste. Ogni Venerdì alle 16.30 ci sarà come ogni anno la preghiera della Via Crucis, per elevarci a Dio attraverso i misteri della passione e morte di Gesù. La Domenica, invece, giorno del Signore, vivremo un segno comunitario con l’aiuto dei bambini e delle famiglie, per essere aiutati nella comprensione della Parola e delle virtù e ripristineremo, inoltre, il servizio dell’animatore liturgico, per migliorare la nostra partecipazione attiva alla celebrazione Eucaristica.
Per quanto riguarda la Carità e il Digiuno, si tratta, scrive il Vescovo, di «mettere, dunque, il Mistero pasquale al centro della vita, “sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso” presenti nel povero, nell’anziano, nell’ammalato, nel profugo, nel giovane in cerca di futuro e in tutti quegli uomini che quotidianamente si confrontano con le sofferenze della nostra epoca». Saremo chiamati quindi a prenderci cura dei più poveri tra i poveri che in Carcere sono privi a volte anche del necessario; molti degli ospiti presenti nella struttura penitenziaria del nostro territorio non hanno familiari che li incontrino e rimangono a volte privi di beni fondamentali. Raccoglieremo in questo tempo nella cesta della provvidenza capi di abbigliamento, in particolare tute da ginnastica, indumenti di intimo da uomo, pigiami estivi (taglie da M a XXL). Digiunare non è fare sacrifici, ma contrire il cuore, amare concretamente qualcuno, anche togliendo da se il proprio mantello. «A chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Da’ a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle». (Mt 5,40-42)
Un servizio che inaugureremo in questo tempo santo sarà la segreteria parrocchiale, che costituirà uno dei supporti per il coordinamento delle attività parrocchiali, rappresentando un prezioso punto di contatto e di informazione per tutti i fedeli. Presso la Segreteria sarà possibile ricevere informazioni per i battesimi e i matrimoni, richiedere documenti religiosi, iscriversi alle varie iniziative parrocchiali, prenotare la celebrazione di sante messe a suffragio dei propri cari defunti e tanto altro. Nei primi giorni di Quaresima sarà anche finalmente online il sito internet della parrocchia; essere presenti nel web per poter entrare anche nel mondo digitale che tutti viviamo, ma anche per fare sintesi e poter ritrovare notizie utili con maggiore semplicità.
In tutte le altre attività che vivremo contemporaneamente in parrocchia in questo tempo e, in particolare, nell’ organizzazione della Via Lucis vivente, per guardare alla Risurrezione di Cristo, auguro a tutti di sapersi abbandonare fiduciosi nelle mani di Dio, e con le parole del Santo Padre incoraggio anche io a «non avere paura di puntare più in alto, di lasciarti amare e liberare da Dio. Non avere paura di lasciarti guidare dallo Spirito Santo. La santità non ti rende meno umano, perché è l’incontro della tua debolezza con la forza della grazia. In fondo, come diceva León Bloy, nella vita «non c’è che una tristezza, […] quella di non essere santi» (GE, 34). Il Signore, quando sarà nostro tutto, saprà risorgerci con Lui alla gloria immortale e gioiremo e canteremo in eterno Alleluia!
Con affetto, vi benedico e auguro a me e a voi la Santità di Dio.
Ariano Irpino, 26 Febbraio 2020, Mercoledì delle Ceneri
Vostro, Don Daniele