“Frumento di Cristo, impastati”
Messaggio per la Quaresima 2023
Frumento di Cristo noi siamo
cresciuto nel sole di Dio,
nell’acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.
In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una-santa, o Signore.
O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l’onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
Carissima comunità,
quest’inno dei secondi Vespri della Solennità del SS. Corpo e Sangue del Signore, mi risuona da giorni nel cuore, quasi come una voce che dal di dentro sussurra una nuova umanità a cui io e voi siamo chiamati a vivere in questa Quaresima.
«È l’invito a “salire su un alto monte” insieme a Gesù – suggerisce il Papa –, per vivere con il Popolo santo di Dio una particolare esperienza di ascesi… è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce» (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2023).
Il cammino quaresimale di questo anno è per noi arricchito dalle indicazioni del Vescovo Sergio che ci invita a prepararci alla celebrazione del Congresso Eucaristico Diocesano «per riflettere, per pregare e, soprattutto, per ricentrare la nostra vita personale e comunitaria intorno all’Eucarestia, mistero di amore. Dovrà essere un tempo nel quale il Signore aprirà orizzonti nuovi alla nostra Chiesa; mostrandoci la bellezza dello stare insieme come famiglia raccolta in una casa ospitale che profuma di Pane» (Vescovo Sergio, messaggio per il Congresso Eucaristico 2023).
Siamo noi frumento, dice l’inno, e pertanto verremo frantumati e purificati
Scrive don Tonino Bello: «La cenere bruci sul capo, come fosse appena uscita dal cratere di un vulcano. Per spegnere l’ardore, mettiamoci alla ricerca dell’acqua da versare sui piedi degli altri. Pentimento e servizio. Binari obbligati su cui deve scivolare il cammino del nostro ritorno a casa. Cenere e acqua. Ingredienti primordiali del bucato di un tempo. Ma, soprattutto, simboli di una conversione completa, che vuole afferrarci finalmente dalla testa ai piedi».
In questo tempo, avremo bisogno anzitutto della Parola di Dio, che ci farà da guida, sul monte una voce dirà «Ascoltatelo» (Mt 17,5). Dunque la prima indicazione che ci da Papa Francesco per la Quaresima è chiara: ascoltare Gesù. Questo che si apre è tempo di grazia nella misura in cui ci mettiamo in ascolto di Dio/Gesù che ci parla.
Altro elemento essenziale sarà la Professione di Fede fatta con il corpo e la volontà e processo necessario per separare il grano dagli scarti della pula, ovvero il digiuno. Esso nasce dall’aspirazione dello spirito a contrapporsi all’egemonia del corpo. «fate attenzione a quanto vi dico – siate buon grano […], sull’aia c’è troppa pula, ma quando la si fa passare al vaglio essa viene scartata […]. Cosa c’è di più piccolo del chicco di grano; e tuttavia di esso si riempiono i granai […]. Setacciate le azioni degli uomini, contrapponetevi alle mie parole se non sono sincero». (Agostino, Sermo 272)
Digiunare aiuta a purificarci, a liberarci dal peccato e a tenerci lontano dalla brama per meritare il perdono e la misericordia divina. In ricordo del grande digiuno nel deserto, riscopriamo il digiuno eucaristico, che prepara ad accogliere il pane Eucaristico e gustare e vedere come è buono il Signore.
Non possiamo, infatti, accogliere il dono del cielo se saremo storditi dei pani del mondo.
Impastati, ci faremo pane
Come il pane è uno solo, così anche noi che siamo tanti costituiamo un solo corpo; siamo infatti partecipi di un solo pane. Scrive ancora il Papa: «La Quaresima è orientata alla Pasqua: il “ritiro” non è fine a sé stesso, ma ci prepara a vivere con fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione. Anche il percorso sinodale non deve illuderci di essere arrivati quando Dio ci donala grazia di alcune esperienze forti di comunione. Anche lì il Signore ci ripete: «Alzatevi e non temete». Scendiamo nella pianura, e la grazia sperimentata ci sostenga nell’essere artigiani di sinodalità nella vita ordinaria delle nostre comunità».
Sinodalità diventa quindi sinonimo di proposte di carità, di amore accogliente, di convivialità.
L’attesa, il silenzio e il calore della lievitazione
«Sogniamo una Chiesa che si inginocchia davanti all’Eucaristia e adora con stupore il Signore presente nel pane; ma che sa anche piegarsi con compassione e tenerezza dinanzi alle ferite di chi soffre, sollevando i poveri, asciugando le lacrime di chi soffre, facendosi pane di speranza e di gioia per tutti» (Papa Francesco al Congresso Eucaristico di Matera).
E non sapete forse voi che un po’ di lievito può guastare tutta la pasta […]. Cacciate via il vecchio lievito per essere nuova pasta, perché siete azzimi […], rigettate il lievito dei farisei (Agostino, Sermo 272).
La fragranza che stupisce
La nostra parrocchia possa così diventare davvero casa ospitale, accogliente come la fragranza di un buon pane appena sfornato. Possa essere vera Betlemme, il luogo della nascita di Cristo, che in lingua aramaica suona bet (casa) e lehem (pane). Possa diventare anche la nostra comunità Chiesa: casa ospitale dal profumo di pane. In cui accoglieremo l’invito di Gesù «Date loro voi stessi da mangiare» (Lc 9,13)”.
Sogniamo una chiesa che attiri a Dio perché bella, splendente della luce di Dio, perché forte della luce del Signore Risorto, perché accogliente massaia cosparsa di farina, ma emanante fragranza di buon pane.
La Vergine Maria, definita da don Tonino Bello “donna del pane” vegli, guidi e sostenga il nostro cammino.
«Santa Maria, donna del pane, da chi se non da te, nei giorni dell’abbondanza con gratitudine, e nelle lunghe sere delle ristrettezze con fiducia, accanto al focolare che crepitava senza schiuma di pentole, Gesù può aver appreso quella frase del Deuteronomio, con cui il tentatore sarebbe stato scornato nel deserto: «Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio»? Ripeticela, quella frase, perché la dimentichiamo facilmente. Facci capire che ii pane non è tutto. Che i conti in banca non bastano a renderci contenti. Che la tavola piena di vivande non sazia, se il cuore è vuoto di verità. Che se manca la pace dell’anima, anche i cibi più raffinati san privi di sapori. Perciò, quando ci vedi brancolare insoddisfatti attorno alle nostre dispense stracolme di beni, muoviti a compassione di noi, placa il nostro bisogno di felicità, e torna a deporre nella mangiatoia, come quella notte facesti a Betlem, il pane vivo disceso dal cielo. Perché solo chi mangia di quel pane non avrà più fame in eterno».
Buon cammino quaresimale,
«convertiamoci sinceramente al suo amore. Ripudiamo ogni opera di male, ogni specie di discordia e gelosia, causa di morte. Siamo dunque umili di spirito, o fratelli. Camminiamo sempre con tutta umiltà nell’obbedienza alle sante parole» (Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa).
Preghiamo senza stancarci per la pace in Ucraina e per tutti i posti del mondo afflitti da guerre e chiediamo al Signore che conceda a noi e a tutto il popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male. Amen.
Impegni quaresimali:
- Gesti settimanali di carità e servizio suggeriti di volta in volta;
- Lectio Divina Chiesa di S. Agostino il venerdì alle 19.30;
- Raccolta fondi per il terremoto in Turchia e Siria;
- Giovedì di deserto: Adorazione Eucaristica e Confessioni ogni giovedì dalle 15.30 alle 22.00.
Schema tipo:
15.30 Esposizione, preghiera personale e confessioni
17.00 S. Rosario Eucaristico e reposizione
17.30 Santa Messa
18.15 Esposizione, preghiera personale e confessioni
19.30 Preghiera guidata dai gruppi parrocchiali
20.30 Preghiera personale
22.00 Benedizione e reposizione del SS. Sacramento